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PFGSTYLE TRAVEL PARTY

Ieri sera, nella splendida cornice di Campogrande Concept, abbiamo illustrato il nostro nuovo magazine PFGSTYLE TRAVEL. È stato un momento emozionante, potete bene immaginare. Ci vado a nozze in questo progetto viaggiare dandy e spero piaccia tanto anche a voi. Vorrei che fosse uno strumento di lettura, un percorso da fare insieme affinché il viaggio sia sempre una scoperta interiore. Una filosofia del divenire. Francesco Leone, esperto in comunicazione, ha definito PFGSTYLE TRAVEL “un progetto rivoluzionario, perché non propone stellette di favore sugli hotel o sui locali dove mangiare, ma invita gli utenti a perdersi, a lasciarsi andare, con atteggiamento non finalizzato. È una strada per conoscere luoghi alternativi, dove fermarsi. Apri PFGSTYLE TRAVEL e quello che ti si offre è una serie di esperienze narrative, la chiave è che si legge come fosse un libro. Ma qui a quel libro puoi andare incontro”.

PFGSTYLE TRAVEL PARTY. A gennaio una guida di scrittura creativa per trasformare un viaggio in un racconto 

PFGSTYLE TRAVEL ha in cantiere tante attività: la prima sarà a gennaio quando potrete scaricare gratuitamente una speciale guida tutta per voi, i testi saranno i miei e la parte visual curata dall’agenzia di comunicazione GOODIDEASTYLE.     Abbiamo pensato che ogni viaggio è un pezzo di storia e se voi quelle storie le volete raccontare allora munitevi di tempo e di pazienza. Preparatevi per guardare il mondo con un occhio allenato, a puntare la pupilla oltre l’apparenza. Noi vi insegneremo a trasformare gli appunti di viaggio in piccoli racconti.

“Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. (Charles Baudelaire)2

 

17/12/2015 0 comment
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Terme Slovenia

Terme della Slovenia, prima tappa del tour: Portorose

di PATRIZIA FINUCCI GALLO

Lo scopo del lavoro, sosteneva Aristotele, è quello di guadagnarsi il tempo libero. Rilassamento, benessere, tranquillità. Noi di pfgstyle travel abbiamo visitato alcuni fra gli stabilimenti termali più importanti della Slovenia. In questi luoghi troverete panorami straordinari, pieni di verde e di sapori antichi. Molte zone sono rimaste intatte, lontane da costruzioni folli, le campagne e i boschi sono spettacolari. In inverno la magia dei profumi, i mercatini e i colori del Natale rendono davvero affascinante un percorso di benessere, studiato per godere delle acque termali calde a cielo aperto. Anche con i gradi che rasentano lo zero.

Terme SloveniaTerme Slovenia

Terme della Slovenia, prima tappa del tour: Portorose – Life Class Hotels & Spa

Raggiungere Portorose è molto facile, pochi chilometri dopo Trieste e già vi trovate in terra istriana. Al confine potete acquistare un bollino valido per il transito in tutte le autostrade. Una volta giunti a destinazione vedrete le acque limpide del Golfo di Pirano e godrete di un clima mediterraneo dal profumo di sale. Nelle vicinanze di Portorose ci sono infatti le Saline di Sicciole, un parco naturale di 700 ettari di estensione, dove ancora oggi si produce il sale che potete poi acquistare. All’interno, percorrendo le distanze e godendovi la natura in bicicletta, visitate il museo che illustra l’arte, la vita e il lavoro dei salinai nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

Terme Slovenia

Portorose era conosciuta già nel lontano tredicesimo secolo per le sue importanti proprietà benefiche: i frati del Monastero di San Lorenzo curavano la tubercolosi, le malattie reumatiche e l’obesità utilizzando l’acqua marina e la salamoia. Una modalità adottata nel 1879 anche dal medico di Pirano, Giovanni Lugniani, il quale era solito rimediare ai reumatismi con gli impacchi di fanghi salini. La tradizione termale lunga diversi secoli continua ad affascinare i turisti.

Terme Sloveniawai-thai-vip-roomIl mio soggiorno ha avuto inizio nella catena LifeClassHotels & Resort, un complesso alberghiero che offre diverse tipologie di accoglienza, compreso l’Active-Wellness dell’Hotel Apollo, un vero centro di rilassamento mente e corpo con cucina macrobiotica e camere spaziose per praticare yoga e stretching. Giusto il tempo di posare i bagagli e sistemare i vestiti nell’armadio che già un appuntamento mi stava reclamando. Il piacere di entrare nel tempio thailandese del benessere WaiThai dell’Hotel Riviera era assoluto. Quando le porte rosse si sono aperte sono stata accolta da un profumo di spezie e di tisane calde, le luci morbide e i colori della sala ricordavano i luoghi dell’Estremo Oriente, con un certo gusto mistico creato dal maestro di arti decorative Ivo Kisov.

wai-thai-vip-room

Nella sala al piano di sopra ho sperimentato il massaggio tradizionale tailandese Nuad Bo Rarn che raccoglie in sé il sapere dello yoga indiano, dell’agopuntura e chiropratica cinesi e dello shiatsu giapponese. Al massimo del rilassamento sono tornata in camera, ho pranzato guardando il mare dal salottino della mia camera e ho dormito con la mente svuotata.

Terme Slovenia

L’indomani ho aperto gli occhi verso un sole magnifico, il profumo dell’aria frizzante metteva decisamente di buon umore. Ho fatto due passi a piedi e ho raggiunto il complesso di piscine. Mi sono immersa in uno specchio d’acqua con Mare Primordiale termale: proprio così, l’acqua proviene da una sorgente profonda e purissima, che ha mantenuto intatti i termominerali presenti 42 mila anni fa. Immergersi fa effetto, l’acqua è molto leggera e si ha la sensazione che ti avvolga come una coperta. Inutile dire che il rilassamento è totale. Una volta uscita dalle piscine puoi beneficiare del Sauna Park, 7 tipi di sauna (bagno al vapore marino, sauna saracena, finlandese, thalasso sauna tepidarium, alle erbe e laconium) su 1.000 mq di superficie.

Terme Slovenia

Al centro fitness invece ho scoperto lo scrub al sale marino e i fanghi di bellezza salini, una pelle così levigata dà un senso di straordinario benessere fisico.

wai-thai-vip-room

Cosa mangiare:

Assaggiate il branzino di Pirano cotto nel sale e la torta Fior di Sale nella pasticceria Café Centrale.

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Cosa vedere:

Pirano, le saline di Sicciole 

Dove dormire:

Grand Hotel Portoroz se amate il luxury, questo hotel è direttamente collegato con il Centro Benessere.

Active Wellness Hotel Apollo, 4 stelle superior è un complesso nuovissimo con 87 camere. Tutta la filosfia di questa struttura è incentrata sul bensessere, con offerte culinarie basate su prodotti locali e petite macrobiotica. Ogni piano dell’albergo è stato ispirato a un’erba aromatica.

Hotel Riviera, se ami i trattamenti thailandesi, dispone di piscina all’interno con acqua di mare.

Hotel Slovenija, se volete godervi una fantastica vista sul Golfo, ha un elegante ristorante e al suo interno e 16 suite.

Hotel Neptun e Hotel Mirna se avete figli e vi piace la tranquillità si distinguono per le camere spaziose e confortevoli. 

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Lascio il mare con un tramonto di buon auspicio, so che domani mi sveglierò nell’entroterra della Slovenia, fra distese di verde e terme secolari. Il mio viaggio prosegue verso Krka (…continua)

14/12/2015 0 comment
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Annemarie Schwarzenbach

Annemarie Schwarzenbach

 di PATRIZIA FINUCCI GALLO.

Pallida, maschile. Thomas Mann la definì «un angelo devastato».  è stata, e resta, una delle ultime icone dandy. Viaggiatrice instancabile, si lasciava ingoiare dai luoghi, senza puntare necessariamente a qualcosa : «Una volta in viaggio si dimentica il desiderio di sapere, non si conosce più né l’addio né il rimpianto, non ci si chiede più né da dove né verso dove». E così nel ’39 con la sua Ford, ben sistemata in coperta sul piroscafo turco diretto a Istanbul, sgommerà poi sulle strade sterrate di Kabul, per fermarsi davanti alla riva dell’Oxus, procedere verso le steppe del Turkestan «battute dai venti sibilanti», gironzolare calma e assente per le strade di Peshawar. L’importante era il movimento. Quasi a voler viaggiare, come scriveva Henri Michaux, per diventare senza patria. Annemarie aveva un carisma straordinario e una fragilità altrettanto influente. «Trassi un respiro profondo e cercai, nonostante tutto, di dare il benvenuto alla vita». (Annemarie Schwarzenbach, “La via per Kabul. Turchia, Persia, Afghanistan 1939-1940”, Il Saggiatore).

Quando penso al viaggio mi viene in mente proprio lei, Annemarie Schwarzenbach. Spesso e volentieri più che percorsi in strada i viaggi sono vere e proprie fughe. Dal quotidiano, certo, ma anche da quella parte più banale di noi. Se eccede, se diventa presente, la chiamiamo insoddisfazione. Ed ecco “l’attimo di respiro” che cercava Annemarie, quando al volante della sua Ford è partita per conoscere il mondo e se stessa. Persia, Afghanistan, Russia, India: le storie degli altri ci raccolgono e mettono insieme tutti i nostri pezzetti.

Patrizia Finucci Gallo

Annemarie SchwarzenbachAnnemarie Schwarzenbachhttps://www.pfgstyletravel.it

13/12/2015 0 comment
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Natale in Puglia

di MARIA CRISTINA SCHIAVONE.

Da una terra rossiccia al centro di tre provincie, Bari, Taranto e Brindisi, emergono i coni grigi dei trulli, che si innalzano verso il cielo azzurro di questa splendida regione, la Puglia. Questo è il cuore della Valle d’Itria, nel tacco d’Italia, dove le tradizioni sono ancora vive e molto radicate. Una terra ricca e generosa, un popolo accogliente e un cibo saporito e genuino come una volta. L’enogastronomia è un grande richiamo turistico, qui si mettono ancora in tavola le ricette tradizionali, orecchiette al sugo con cacioricotta, fave e foglie, braciole di carne, caciocavalli saporitissimi e salumi così teneri che sembrano sciogliersi in bocca, accompagnati da ottimi vini come quelli di Martina Franca e Locorotondo, esclusivamente Doc. Le fanno da cornice le città bianche di Martina Franca, Locorotondo, Alberobello e Cisternino, con i loro vicoli stretti e contorti. E i vicini mari Ionio e Adriatico.

Tra le tradizioni rimaste immutate c’è quella del presepe vivente, durante le festività natalizie. Ovunque voi andiate ne troverete di certo qualcuno, ma io amo particolarmente quello della contrada di Figazzano a Cisternino. Ci si immerge in campagna in un percorso che può durare anche alcune ore. Di trullo in trullo, scopriamo quei mestieri ormai scomparsi: il vasaro, l’ombrellaio, le donne che ricamano a telaio o fanno a mano le orecchiette, o ancora la rappresentazione in abiti d’epoca di una festa di nozze. Per i viottoli, invece, puoi imbatterti nel fabbro ferraio o nel contadino che costruisce i “pareti”, muretti di pietre senza null’altro, che servono a dividere i terreni. Un tuffo nel passato e un recupero di mestieri perduti. Non c’è da annoiarsi, mai, in nessuna stagione dell’anno, in Puglia.

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Natale in Puglia, la Valle dell’Itria

Nella magica Valle d’Itria, antiche dimore rurali, masserie d’antan e agglomerati di trulli sono stati riportati a nuova vita, trasformati in hotel di charme, bed and breakfast o agriturismo. La scelta è davvero ampia. Un luogo a me caro è la Masseria Madonna dell’Arco, i cui allevamenti di bestiame erano curati da mio zio, veterinario. Si trova lungo la strada tra Martina Franca e Locorotondo, al centro di vari ettari di terreno. Sono stati ricavati dei piccoli appartamenti all’interno dei trulli, freschi in estate e caldi in inverno, arredati in modo rustico per non perdere il filo della memoria. Nell’aia centrale si può scorrazzare liberamente e una grande piscina consente di rinfrescarsi nelle giornate più calde. Il ristorante serve piatti tradizionali, realizzati con le materie prime coltivate e prodotte in loco, che gli ospiti possono trovare nel punto vendita all’interno della masseria per portare a casa un pezzetto di Puglia. Un luogo rilassante, punto di partenza per scoprire i dintorni, un tornare alle origini e godere in toto della vacanza.

Natale in Puglia, i piatti da assaggiare

La sera della Vigilia è tradizione mangiare di magro, orecchiette alle cime di rapa o cavatelli ai frutti di mare, baccalà fritto, pettole dolci o salate, panzerotti ripieni, frutta secca e cartellate, dolci ricoperti di miele.

Il pranzo di Natale di solito inizia con tortellini in brodo, agnello al forno con le patate, tanti contorni e ancora cartellate con il miele e i porceduzzi, piccole palline di pasta fritta messi in forma conica e ricoperti di miele e tanti confettini colorati.

Orecchiette alle cime di rapa
In una pentola di acqua bollente si buttano le orecchiette, a metà tempo di cottura si immergono le cimette di rape, in modo che terminino la cottura insieme. Si scolano senza passare sotto acuqa corrente. In un pentolino si fa scaldare un dito d’olio e si mette uno spicchio di aglio appena rosolato, si mettono dei filetti di alici e a piacere un po’ di peperoncino, spegnendo subito il fuoco. Si versa il soffritto sulla pasta e si serve immediatamente.

Pettole
Impasto di farina, sale qb, acqua e lievito.
L’impasto deve risultare morbido, quasi liquido. Friggere in olio bollente forme di pasta a caso. Appena scolate si rotolano nello zucchero semolato.

La variante salata prevede nell’impasto pezzettini di olive nere, filetti di acciughe e anche pomodorini a pezzetti, senza aggiungere zucchero dopo la cottura.

Masseria Madonna dell’Arco
Via Madonna dell’Arco Zona M 89
74015 Martina Franca (TA)
Tel: 0804805135
Cell: 3356261831
info@masseriamadonnadellarco.it
www.masseriamadonnadellarco.it

di MARIA CRISTINA SCHIAVONE

MARIA CRISTINA SCHIAVONE. Non posso definirmi se non come una creativa. In ogni campo della mia vita mi piace mescolare, iniziando dalla cucina per finire ai miei bijoux, ai miei bouquet gioiello e ora agli eventi che creo.

13/12/2015 0 comment
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Viaggiare dandy a Milano prima parte

Benvenuti al primo appuntamento di Viaggiare Dandy, un tour per assaporare luoghi magici, mostre, ristoranti storici e locali dandy-doc che presto diventerà una guida interattiva. Città di partenza: Milano. Guida d’eccezione, la scrittrice Patrizia Finucci Gallo, autrice di 10 mosse per essere Dandy, piccolo livre de chevet che racchiude 10 consigli per il terzo millennio.

DandyTour pfgstyle a Milano Part One

Ore 10. Via Carducci 13, Bar Magenta. Colazione interattiva. La mattina è sacra, parola di dandy. La sveglia suona tardi, ma non per questo salto la colazione. Giornali alla mano ci si siede al bar, non ad un bar qualunque. Il dandy ha il suo e non cambia volentieri. Io ho scelto l’old style Caffè Magenta: per la sua storia, ha più di 100 anni, ma anche per ciò che rappresenta. Amo di questo locale l’arredamento liberty d’epoca, dal bancone alle credenze e gran parte dell’arredamento interno. “È un punto di ritrovo storico – racconta Paolo, uno dei soci che attualmente gestisce il locale – certe cose non sono cambiate. Un esempio? Lo speciale, è il panino con pancetta e fontina, si è sempre fatto da quando il bar ha aperto e lo facciamo ancora oggi”. Mi piace leggere il giornale seduta ai tavoli all’aperto e spesso incontro persone per lavoro, proprio davanti a un caffè bollente. Al Bar Magenta mi ha fatto compagnia la designer di gioielli Francesca Mancini, accompagnata da Sonia Catena, direttore creativo della rassegna Ridefinire il gioiello. Con loro ho scelto gli accessori da indossare per questo tour: una collana composta di chicchi di riso trattati e colorati, allineati come un grande mosaico naturale. L’ho abbinata a un anello con turchese. I gioielli di Francesca Mancini sono vere sculture e come opere d’arte vanno vanno trattate. “In effetti è un lavoro importante che richiede pazienza – mi spiega Francesca – nel caso della collana che indossi ogni chicco di riso viene fissato personalmente a mano”. Sonia invece descrive la sua passione: “Ridefinire il gioiello è una mostra ormai alla sua quarta edizione, che tenta di delineare un percorso di ricerca nel panorama frammentato del gioiello contemporaneo”.

Ore 11. Corso Magenta 15, Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Al bar Magenta ho conosciuto i miei compagni di viaggio, insieme ci siamo mossi verso la Chiesa di San Maurizio, considerata la Cappella Sistina lombarda. Un tempo sede del più importante monastero femminile della città, sorge su resti paleocristiani ed è splendidamente affrescata su incarico di Alessandro Bentivoglio, governatore di Milano e della moglie Ippolita Sforza, figlia del Duca di Milano Ludovico il Moro. Tra gli artisti trovate Bernardino Luini, che qui lavorò in collaborazione con i suoi tre figli. Il gruppo di PFG Style è stato accolto dai volontari del Touring Club Italiano che si sono gentilmente prestati a farci da guida: con la loro presenza consentono al pubblico di ammirare un gioiello che meriterebbe di essere inserito tra i luoghi da non perdere a Milano, insieme a quelli universalmente noti.

Ore 12. Via Giuseppe Lagrange 1, Salone Les garçons de la Rue. Il loro motto è quello di Karl Kraus, autore satirico austriaco d’inizio ‘900: “Le conversazioni dal parrucchiere sono la prova inconfutabile che le teste servono per i capelli”. Nero, rosso e bianco sono i colori che dominano l’ambiente underground del Salone Les garçons de la Rue, giovane, con graffiti alle pareti che paiono tradursi nei tatuaggi del personale, ragazzi rigorosamente vestiti di nero. “È stata una scommessa vinta – racconta il socio Stefano Coli, 35 anni, energia a mille – l’abbiamo deciso una sera con il mio socio e amico davanti a un drink, dove nascono le idee più folli ma anche le migliori. Quelle che si realizzano. Qui studiamo la personalità di ogni cliente, il taglio deve corrispondere ad una emozione personale, è come un prolungamento dell’anima. Uno specchio, quasi.

Ore 13. La proposta della vincitrice: pranzo e passeggiata sui Navigli. Dopo un pranzo leggero nel dehor fiorito dello Spazio Movida sul Naviglio Pavese, tra un piatto di gnocchi allo zafferano e un frizzantino, Roberta ha accompagnato il gruppo lungo i canali, attraverso percorsi più riservati che il dandy predilige.

12/12/2015 0 comment
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garda trentino

In moto sul Garda

di CRISTIANO GILLO GILIBERTI.

L’emozione è sempre la stessa. Percorrendo quei pochi chilometri che separano il casello di Affi dalle sponde del lago, snocciolando una via dopo l’altra le curve che scavalcano le colline fino a scorgere in lontananza i primi ulivi, la sensazione tangibile è quella di entrare in un mondo a parte. La natura è stata benevola, in questi luoghi. La conformazione geografica dell’intera area del Garda, incastonata tra montagne che la proteggono dai freddi venti del Nord, e la presenza della grande massa d’acqua sono il motivo del clima particolarmente mite di cui godono queste zone a dispetto della latitudine: insieme alla natura morenica dei terreni, creano le condizioni ideali per la coltivazione della vite e dell’ulivo, ricchezze che gli abitanti di questi luoghi hanno saputo valorizzare dando vita a prodotti d’eccellenza come l’Olio del Garda Dop e il Chiaretto di Bardolino Doc.
lago di garda
Situata sulla sponda sud orientale del lago, è proprio l’affascinante Bardolino la base di partenza del nostro viaggio. La ricettività turistica di queste zone offre una vasta scelta di sistemazioni, dal B&B di charme all’agriturismo fino agli hotel a 4 stelle dotati di spa e piscine termali. Imperdibile una passeggiata sul lungolago che corre dalle estremità dei lidi Mirabello e Comunale. E da cartolina l’ampio corso principale che dal porticciolo conduce fino alla chiesa romanica di San Severo, costellato di locali affollati di turisti dove è possibile degustare il vino che della cittadina porta orgogliosamente il nome, celebrato ogni prima settimana di ottobre da un Festival di tradizione ultracentenaria dove accorrono appassionati da tutto il mondo.
Consigliabilissimo, per l’errante motociclista gourmet, avventurarsi tra i vicoli del minuscolo centro storico, tra le case che un tempo costituivano il borgo dei pescatori, alla ricerca di inossidabili baluardi come il Ristorante della Beppina, che da oltre 50 anni serve fritti di pesce di lago e non, oppure alla scoperta di destinazioni gourmet preziose come il Giardino delle Esperidi, accogliente locale dalla gestione tutta al femminile dove sarà piacevole lasciarsi coccolare dalla sapiente mano di Marilena Vedovelli in cucina e dalla verve di Susanna Tezzon, autentica Signora del Vino, forte di una cantina ricca di etichette pregiate.

lago di garda

Lasciata alle spalle Bardolino, seguendo le indicazioni per Caprino Veronese, ci si inoltra verso la parte dell’itinerario motociclisticamente più divertente: la salita che porta fino alla sommità del Monte Baldo, austera presenza che domina il Benaco dell’alto, si dipana attraverso boschi ricchi di vegetazione lungo una trentina di chilometri di curve estremamente godibili e comprende, nel tratto da Caprino a Spiazzi, il tracciato di una delle gare automobilistiche su strada più famose d’Europa. Sicuramente degna di una deviazione dal percorso è la visita al Santuario della Madonna della Corona, nel Comune di Spiazzi. Immerso nel silenzio della natura circostante, meta di pellegrinaggi e luogo di preghiera e meditazione, il Santuario stupisce per la particolarità della posizione: costruito a 774 metri di altezza sul mare, letteralmente aggrappato alla roccia della montagna, pare quasi sporgersi a picco sulla sottostante vallata dell’Adige ed è visibile (a chi ne conosca l’esistenza, vista la sorprendente ubicazione) percorrendo l’autostrada A22 del Brennero.
Proseguendo verso Nord lungo la provinciale n.8 si giunge alla sommità del Monte Baldo, fermata obbligatoria per ammirare e fotografare dall’alto lo spettacolo della visione intera del lago in tutta la sua lunghezza, da Sirmione fino a Riva del Garda. Il luogo è, inoltre, la base di partenza per escursioni lungo i sentieri circostanti per gli appassionati di Trekking e Mtb, nonché punto di ritrovo per appassionati di sport estremi di ogni genere, compresi parapendio e deltaplano. Da qualche anno la vetta è raggiungibile in pochi minuti direttamente partendo dalle rive del lago, grazie alla Funivia Malcesine-Monte Baldo, attiva sia nel periodo estivo che invernale, per consentire agli appassionati di sci e snowboard di raggiungere le piste da sci. Interessante anche la visita dell’Osservatorio Astronomico del Monte Baldo, aperto al pubblico su prenotazione: la posizione isolata e lontana da fonti di inquinamento luminoso consente agli astrofili osservazioni particolarmente suggestive.

bardolino

Ancora motociclisticamente tutto da godere è il tratto successivo del percorso, attraversando i territori di Avio, San Valentino, Brentonico e Mori, lungo le SP3 e SP22: strade di montagna ben tenute e in genere poco trafficate, da affrontare in tutta sicurezza al passo più congeniale, costeggiando il minuscolo Lago di Loppio, attraversando paesaggi di grande suggestione. E più di un’occasione per fermarsi a immortalare panorami o osservare bizzarrie della natura (come le cosiddette Marmitte dei Giganti, un complesso di pozzi glaciali del diametro di 4-5 metri e fino a una dozzina di profondità situato nei pressi di Nago) fino al tortuoso toboga che ridiscende verso il lago in corrispondenza dell’abitato di Torbole, il punto più a nord del nostro giro, dal quale s’imbocca la Gardesana Orientale per ripiegare verso la base.
Accompagnati in ogni stagione dal colorato spettacolo dei windsurf e delle vele dei kite che sfrecciano sulle acque del lago, si ridiscende verso sud districandosi in mezzo al traffico delle auto dei turisti in gran parte stranieri, attraverso località che racchiudono ciascuna un buon motivo per una sosta: dal Castello di Malcesine fino alla possibile digressione sulla sponda opposta del lago, fosse anche solo per il gusto di imbarcare la moto sul Ferry Boat che da Torri del Benaco vi scaricherà a Toscolano Maderno, poco lontano dalla Gardone Riviera del dannunziano Vittoriale.
RistoranteGiardinoDelleEsperidiBardolino (18)

Rimanendo sulla sponda veronese del lago, con la voglia di fare ancora qualche curva e allontanarsi velocemente dal traffico, può essere una buona idea deviare in direzione San Zeno di Montagna, pittoresco borgo denominato “il balcone del Garda” per la particolare posizione affacciata sul lago. Penultima tappa del nostro giro, Garda è un piacevole borgo appoggiato sulle sponde del lago: racchiude nel proprio territorio la località di Punta San Vigilio, una minuscola penisola che ospita un parco e alcune attività di accoglienza turistica di grande charme (La Locanda, La Taverna, Il Ristorante e La spiaggia Baia della Sirene) frequentate in passato da illustri ospiti, da Maria Luigia d’Austria a Winston Churchill.
Pochi chilometri ancora per ritornare al punto di partenza del nostro tour. Un ultimo bicchiere di Chiaretto in riva al lago prima di ripartire o magari una pausa benessere in uno degli alberghi che mettono a disposizione il proprio centro termale anche alla clientela esterna. Il casello di Affi può attendere ancora qualche ora.

Dove dormire

Aqualux hotel spa&suite , 
via Europa Unita 24/b, Bardolino (vr) – italy, 
tel: 045-6229999 – 
f.: 045-6229900 
http://www.aqualuxhotel.com/
info@aqualuxhotel.com
Agriturismo Costadoro 
via Costabella 29/a Bardolino (vr) 
tel 045 62.10.493 – fax 045 62.10.493
http://www.agriturismocostadoro.com/ 
info@agriturismocostadoro.com
La casa degli spiriti hotel
 via Monte Baldo 28, 
Costermano (vr) 
tel: 045 6200766 
- fax: 045 6200760 
http://casadeglispiriti.it  
info@casadeglispiriti.it
Hotel Regina Adelaide 
via xx settembre, 36 (ingresso principale)
 – garda (vr)
 tel 045 7255977 
fax 045 7256263
https://www.regina-adelaide.it  
hotel@regina-adelaide.it

Dove mangiare

Ristorante il giardino delle esperidi 
cucina ricercata tra lampadari in ferro, tappeti e arredi rétro in locale familiare dal tocco elegante.
via mameli, 1, 
37011 bardolino
telefono:045 621 0477

Ristorante da beppina  
ristorante di pesce
via goffredo mameli, 24, 
37011 bardolino vr
telefono:045 721 0387

Vecchia malcesine  
menù italiano creativo alla carta o di degustazione tra arredi colorati di design in un locale con vista lago.
via pisort, 6, 37018 malcesine vr
telefono:045 740 0469

Ristorane “l’oseleta”
di villa cordevigo wine relais
loc. cordevigo, 37010 
cavaion veronese province of verona
telefono:045 723 5287

Da visitare

Santuario madonna della corona, 
rettore don pietro maroldi
, località Santuario,  ferrara di monte baldo (vr) 
tel. e fax: (+39) 045 7220014
 info@madonnadellacorona.it
osservatorio astronomico monte baldo “a.gelodi”
www.osservatoriomontebaldo.it 
 località Novezzina, Ferrara di Monte Baldo (vr)
telefono:334 731 3710

Sentiero marmitte dei giganti
per percorrere il sentiero delle marmitte dei giganti da torbole sul garda si percorre la via strada granda fino alla fine per poi salire fino ai pozzi glaciali “marmitte dei giganti”.

Funivia malcesine monte baldo
via navene vecchia, 12 37018 
malcesine (vr) 
tel. +39.045.7400206 
fax +39.045.7401885 
email: info@funiviedelbaldo.it

Cantine

Cantina f.lli zeni  

indirizzo: via costabella, 9, bardolino vr
telefono:045 721 0022
www.zeni.it/it/

Rizzardi guerrieri 

indirizzo: via verdi, 4, 37011 bardolino
telefono:045 721 0028
www.guerrieririzzardi.it/

Azienda agricola costadoro  

indirizzo: via costa d’oro, 5, 37011 bardolino vr
telefono:045 721 1668
www.agriturismocostadoro.com/
cantine lenotti – produzione vini  
indirizzo: via s. cristina, 1, bardolino vr
telefono: 045 721 0484

CRISTIANO GILLO GILIBERTI. Bolognese, classe 1971. Buongustaio, blogger, amante dei viaggi in moto e della musica rock, cuoco per divertimento. Coniuga la passione per la scrittura con quella per la buona tavola raccontando con occhio disincantato e ironico il mondo del food e le sue tendenze nel blog The Foodie Fighter. (thefoodiefighter.wordpress.com)

12/12/2015 0 comment
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Alpenpalace

Alpenpalace lusso ad alta quota

di ALESSANDRA LEPRI.

E’ stato recentemente premiato come migliore nuovo albergo d’Europa l’elegante “gioiello di famiglia” di Jonas Mairhofer dal press club internazionale “Gotha del Gusto”. Indimenticabile l’atmosfera cordiale che accoglie i clienti, così come l’alto livello dei servizi, la qualità del ristorante, la cura dell’arredamento e soprattutto l’area benessere. Questa interessante realtà alberghiera, costruita sull’esperienza e la sensibilità della famiglia Mairhofer con gusto e rispetto della tradizione, ha scelto la strada dell’innovazione e dell’ecocompatibilità, attraverso l’impiego di materie prime selezionate e soluzioni architettoniche nel pieno rispetto dell’ambiente. Si trova a due passi da Brunico, nel cuore della Valle Aurina, meta ideale per vacanze sia estive che invernali, affascinante per i castelli da scoprire, le alte vette da conquistare, il parco nazionale, le passeggiate e l’attività sciistica. Assolutamente da non perdere l’area wellness, che merita da sola un soggiorno all’Alpenpalace. In linea con la rinomata vocazione altoatesina all’ineccepibile ospitalità, è d’obbligo un bagno, a qualsiasi temperatura, nelle splendide piscine all’aperto, con la cornice dei panorami mozzafiato, le cime innevate, i verdi intensi dei boschi, i profumi delle erbe alpine. Collegate alla struttura con pietre scaldate per minimizzare l’impatto con la temperatura esterna, regalano al corpo e alla mente un’immediata sensazione di benessere. All’interno un interessante e accurato percorso di bagni di vapore, salini o aromatizzati alle erbe, e una rilassante grotta con parete a gradazione salina con pruno selvatico, per unire i benefici dell’aria salmastra a quelli delle piante.

Alpenpalace Deluxe Hotel & Spa Resort
via Gisse 83
San Giovanni in Valle Aurina (Bz)

 

Alpenpalace 1 Alpenpalace 3

24/11/2015 0 comment
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Hotel des Bains amato da Thomas Mann

di JACOPO RISICI.

Thomas Mann ci villeggiò nel 1911, vi scovò i caratteri e vi ambientò “Morte a Venezia”. Luchino Visconti nel ’71 vi girò il suo capolavoro di sfarzosa decadenza. Ora, venduti gli arredi, dell’Hotel des Bains al Lido non resta che lo scheletro svuotato.
Per questo ci affascina, per questo è il primo albergo dandy di cui vogliamo parlare in questa sezione di pfgstyletravel. Perché, nell’ingombrante assenza delle sue pietre svuotate, il Des Bains è una figura retorica fissata nella mente, nel gusto, nella grana di vecchie fotografie in bianco e nero, nelle pagine ogni anno ristampate e rilette di un grande breve romanzo, nella pellicola di un esteta come Visconti. Ombra e memoria di un modo di esistere forse anch’esso svuotato dal mercato.
«Ma le parti monumentali sono state protette», ha garantito la soprintendente ai Beni architettonici: «e, smantellate le tramezzature come i cartongessi arabeggianti anni Settanta e Novanta, i mobili originali sono al sicuro in un capannone a Mirano».
Quanto all’Ospedale al mare, costruito nel 1870, rifatto nel ’33, chiuso nel 2006, che in uno degli antichi padiglioni ospita il Teatro Marinoni bene comune, il Comune l’ha venduto alla Cassa depositi e prestiti per 50 milioni. Ma resta anch’esso abbandonato. Come le caserme nel nord dell’isola e le colonie deserte a sud degli Alberoni.

25/11/2015 0 comment
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Brueghel

Brueghel, capolavori dell’arte fiamminga

di ROBERTO DI CARO.

Certo, la puoi visitare come di solito si fa con una mostra o un museo, “Brueghel, capolavori dell’arte fiamminga” (a Bologna, palazzo Albergati, fino al 28 febbraio 2016, prodotta da Arthemisia Group): ossia un quadro appresso all’altro, un occhio a come negli anni varia lo stile e un altro al contesto, quei contemporanei che per ormai usuale propensione al didascalico dei curatori contornano le opere maggiori in esposizione.

Ma c’è un altro modo di girovagare per i due piani del palazzo, suggerito proprio dai curatori Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider e dall’impianto stesso della mostra: quello di studiare, attraverso le opere e come in trasparenze, un marchio, un brand, un “modello di business”, diremmo oggi, di straordinario successo. Costruito con acume e mantenuto con costanti adeguamenti per 150 anni fra Cinque e Seicento. Maturato in scelte stilistiche pensate come strategie di marketing aziendale e familiare, a loro modo dinastiche. Una “factory” con rifacimenti e varianti una generazione dopo l’altra, altro che i multipli di Warhol: dal fondatore Pieter Brughel il Vecchio ai figli Pieter Brueghel il Giovane e Jan Brueghel il Vecchio e poi Jan Brueghel il Giovane, ma anche suoceri e generi come David Teniers, nipoti come Ambrosius e Jan il giovane, e pronipoti tutti Jan o Pieter o Abraham o David, ché va bene l’individualità ma ciò che vendi è la ditta, il marchio, il brand, impresa familiare allargata per cooptazione nuziale, cinque o sei generazioni: una rarità, oggi che meno di un quarto delle imprese sopravvive al primo passaggio di padre in figli.

Brueghel
Un accorto marketing che ben sa cosa vuole il mercato, cosa chiedono i committenti: ai mercanti, quei fiori allora appena giunti dal Nuovo Mondo e quasi sconosciuti ma anche incisioni di grandi navi precise nei più minuti dettagli, tuttora fonte primaria per gli storici della navigazione; alla ricca borghesia degli affari e della moneta, le bizzarre allegorie dei quattro elementi nonché di amore, guerra e pace; a un mercato in espansione anche per tasche non da re, quei paesaggi fluviali stemperati tra i boschi, il minuto realismo del quotidiano, la taverna dei giocatori, e le danze, i balli, i matrimoni, quelle sfrenate feste popolari ai limiti dell’osceno, facce beone e ricche libagioni, che chi se lo poteva permettere si metteva in casa in effigie. Perché quelli erano sì secoli di guerre ma anche di conquista degli oceani e del benessere a suon di traffici e scambi e monete d’oro. Una forza vitale che quella stessa terra, oggi Belgio, non sembra più possedere.

Brueghel

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5 bistrot a Parigi da non perdere

Chez Marianne, 2 rue des Hospitalières Saint Gervais

Si trova nello splendido quartiere Marais, si mangia benissimo e si respirano profumi di artista. Potete gustare la tipica cucina francese oppure un mix arabo e francese, o cucina kosher. Assaggi abbondanti e pane nero, meraviglioso il taboulé. Il posto giusto è Chez Marianne. Con circa 20 Euro vi saranno portati 10 assaggi formidabili, accompagnati da uno sfizioso pane nero.

Le Café Antoine, 17 rue Jean de La Fontaine

Si trova in uno dei quartieri più lussuosi della città, nel XVI arrondissement. Costruito nel 1911 sotto la guida di Hector Guimard, maestro dell’Art Nouveau parigina, quello che disegnato gli ingressi della metropolitana tanto per capirci, è un piccolo gioiello da gustare con calma. Andateci di sera e vi trovate intellettuali e scrittori che mangiano zuppa di cipolla. E anche la redazione di Radio France che si trova proprio lì vicino.

Café de la Paix, 12 bd. des Capucines

In perfetto stile liberty questo locale si affaccia sulla strada e leggere seduti con una spremuta di arancia e un croissant caldo non ha eguali. Se ci andate a pranzo non perdetevi le ostriche e un plateau de mer da assaporare con un Petit Chablis.

Café de Flore, 172 bd. Saint Germain

Se volete respirare la Parigi colta e fumosa andate in questo locale. Agli stessi tavoli sedevano Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Pablo Picasso, Albert Camus. Qui sembra che il tempo non sia passato, meraviglioso all’ora dell’aperitivo, con un Pernod sopra il tavolo. Non è economico affatto, ma la storia ha anche un suo prezzo.

Cave La Bourgogne, 44 rue Mouffetard

Situato davanti all’église Saint-Médard, la Bourgogne è un locale meraviglisoo soprattutto la domenica. Poco turistico, vi propone piatti francesi e combinazioni eccellenti. Tanto per dire: jambon cru, pâté, rosette, saucisson, saucisse sèche, fromage cantal o, a 10 euro, un’insalata basse-cour (tomate, blanc de poulet, maïs, riz et oeuf dur).

25/11/2015 0 comment
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