Viaggiare dandy a Milano prima parte
Benvenuti al primo appuntamento di Viaggiare Dandy, un tour per assaporare luoghi magici, mostre, ristoranti storici e locali dandy-doc che presto diventerà una guida interattiva. Città di partenza: Milano. Guida d’eccezione, la scrittrice Patrizia Finucci Gallo, autrice di 10 mosse per essere Dandy, piccolo livre de chevet che racchiude 10 consigli per il terzo millennio.
DandyTour pfgstyle a Milano Part One
Ore 10. Via Carducci 13, Bar Magenta. Colazione interattiva. La mattina è sacra, parola di dandy. La sveglia suona tardi, ma non per questo salto la colazione. Giornali alla mano ci si siede al bar, non ad un bar qualunque. Il dandy ha il suo e non cambia volentieri. Io ho scelto l’old style Caffè Magenta: per la sua storia, ha più di 100 anni, ma anche per ciò che rappresenta. Amo di questo locale l’arredamento liberty d’epoca, dal bancone alle credenze e gran parte dell’arredamento interno. “È un punto di ritrovo storico – racconta Paolo, uno dei soci che attualmente gestisce il locale – certe cose non sono cambiate. Un esempio? Lo speciale, è il panino con pancetta e fontina, si è sempre fatto da quando il bar ha aperto e lo facciamo ancora oggi”. Mi piace leggere il giornale seduta ai tavoli all’aperto e spesso incontro persone per lavoro, proprio davanti a un caffè bollente. Al Bar Magenta mi ha fatto compagnia la designer di gioielli Francesca Mancini, accompagnata da Sonia Catena, direttore creativo della rassegna Ridefinire il gioiello. Con loro ho scelto gli accessori da indossare per questo tour: una collana composta di chicchi di riso trattati e colorati, allineati come un grande mosaico naturale. L’ho abbinata a un anello con turchese. I gioielli di Francesca Mancini sono vere sculture e come opere d’arte vanno vanno trattate. “In effetti è un lavoro importante che richiede pazienza – mi spiega Francesca – nel caso della collana che indossi ogni chicco di riso viene fissato personalmente a mano”. Sonia invece descrive la sua passione: “Ridefinire il gioiello è una mostra ormai alla sua quarta edizione, che tenta di delineare un percorso di ricerca nel panorama frammentato del gioiello contemporaneo”.
Ore 11. Corso Magenta 15, Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Al bar Magenta ho conosciuto i miei compagni di viaggio, insieme ci siamo mossi verso la Chiesa di San Maurizio, considerata la Cappella Sistina lombarda. Un tempo sede del più importante monastero femminile della città, sorge su resti paleocristiani ed è splendidamente affrescata su incarico di Alessandro Bentivoglio, governatore di Milano e della moglie Ippolita Sforza, figlia del Duca di Milano Ludovico il Moro. Tra gli artisti trovate Bernardino Luini, che qui lavorò in collaborazione con i suoi tre figli. Il gruppo di PFG Style è stato accolto dai volontari del Touring Club Italiano che si sono gentilmente prestati a farci da guida: con la loro presenza consentono al pubblico di ammirare un gioiello che meriterebbe di essere inserito tra i luoghi da non perdere a Milano, insieme a quelli universalmente noti.
Ore 12. Via Giuseppe Lagrange 1, Salone Les garçons de la Rue. Il loro motto è quello di Karl Kraus, autore satirico austriaco d’inizio ‘900: “Le conversazioni dal parrucchiere sono la prova inconfutabile che le teste servono per i capelli”. Nero, rosso e bianco sono i colori che dominano l’ambiente underground del Salone Les garçons de la Rue, giovane, con graffiti alle pareti che paiono tradursi nei tatuaggi del personale, ragazzi rigorosamente vestiti di nero. “È stata una scommessa vinta – racconta il socio Stefano Coli, 35 anni, energia a mille – l’abbiamo deciso una sera con il mio socio e amico davanti a un drink, dove nascono le idee più folli ma anche le migliori. Quelle che si realizzano. Qui studiamo la personalità di ogni cliente, il taglio deve corrispondere ad una emozione personale, è come un prolungamento dell’anima. Uno specchio, quasi.
Ore 13. La proposta della vincitrice: pranzo e passeggiata sui Navigli. Dopo un pranzo leggero nel dehor fiorito dello Spazio Movida sul Naviglio Pavese, tra un piatto di gnocchi allo zafferano e un frizzantino, Roberta ha accompagnato il gruppo lungo i canali, attraverso percorsi più riservati che il dandy predilige.