Maria Callas apre aggi a Verona una mostra omaggio
Apre oggi a Verona The Exibition, la prima grande mostra dedicata alla Divina Callas: un riconoscimento alla carriera iniziata proprio 69 anni fa all’Arena di Verona quando il 2 agosto del 1947 debuttò con con la Gioconda di Amilcare Ponchielli. Un viaggio dunque a tutto tondo nella vita dell’artista, con 14 ricchissime sezioni che ne ripercorrono la carriera e la vita privata. La mostra, in anteprima mondiale prodotta e organizzata da Arthemisia Group, resterà aperta al Museo Opera fino al 18 settembre e poi inizierà il suo tour internazionale, da Atene a New York, da Parigi a Città del Messico. Accompagnati dalla voce della Callas vedrete filmati d’epoca, interviste, foto, oggetti a lei appartenuti, documenti, abiti e gioielli del tutto inediti, provenienti da archivi nazionali e internazionali e dallo stesso archivio personale di Maria Callas. Una delle sezioni, per l’esattezza la otto, è dedicata alla Callas icona di stile.
Il rapporto della Callas con gli abiti ecco la sezione dove trarre ispirazione
Sezione 8 – Icona di stile
Se le critiche alle performances vocali di Maria Callas sono tra il 1947 e il 1953 quasi sempre entusiastiche, i commenti sul suo aspetto estetico sono spesso sgradevoli. La Callas, con i suoi quasi 100 chili per 1 metro e 73 di altezza non è esattamente un cigno. Nell’estate del 1952 un critico, con assoluta mancanza di tatto, commentando la sua performance nell’Aida all’Arena di Verona, scrive: “Impossibile notare la differenza tra le zampe degli elefanti e quelle di Aida”.
Tra l’estate del 1952 e la primavera del 1954 decide quindi di perdere 35 chili, trasformandosi dalla grassa cantante in un’icona di stile ed eleganza dalle sembianze divine. Questa trasformazione estetica coincide con la sua trasformazione artistica: ora a fare da supporto alla sua incredibile voce c’è anche il grande lavoro interpretativo che veicola attraverso il proprio corpo. Una crescita alla quale contribuiscono nel tempo anche grandi registi come Luchino Visconti e Franco Zeffirelli, con i quali sviluppa oltre ad una solida collaborazione anche una profonda amicizia.
Sarà però il legame tra Maria Callas e la sarta milanese Biki a consacrarla regina di eleganza, fino ad essere riconosciuta nel 1957 come la donna più elegante del mondo. Dall’apparizione nel 1954 della “nuova” Callas, magra, elegante e raffinata, e con l’aiuto della sarta Biki e di suo genero Alain Reynaud, ed in seguito di grandi couturier come Dior e Saint-Laurent, la Callas diventa un fenomeno di costume da imitare e idolatrare. Tra fotografie e giornali da lei personalmente custoditi spicca la cura con cui ha conservato il negativo di uno dei leggendari scatti, certamente quello più iconico, realizzati da Jerry Tiffany a New York per un servizio della casa discografica EMI nel 1958, che mette in evidenza ogni dettaglio del volto. Nelle sue pupille si legge con maggiore chiarezza rispetto alle stampe il riflesso del fotografo che la sta immortalando ed è inoltre possibile capire che sino ad oggi l’immagine è stata stampata al contrario, con lo sguardo rivolto verso destra (il negativo ci ha invece svelato che gli occhi della Callas guardavano a sinistra). L’unico servizio fotografico completo custodito dalla Callas è però quello realizzato l’11 aprile 1959 nelle sua casa milanese da Milton Greene, come regalo per il decimo anniversario di nozze con Meneghini, nel quale la cantante diventa intensa, struggente, vera come forse, in quegli anni, non è mai stata. La donna prevale sulla cantante e sulla diva, in una visione inedita che di lì a poco avrebbe ribaltato tutte le scelte artistiche e personali della sua vita.