Home Monthly Archives
Monthly Archives

Luglio 2024

La Porta cafe, pfgstyle travel

Quella sensazione di essere in pieno mood country chic, alla francese per intenderci, tra eleganti elementi shabby style e una luce morbida che regala alla pausa pranzo un momento dedicato. Riservato.

Si chiama La Porta café, a due passi dalla Fiera di Bologna: intorno gli affari, il traffico, le attività e dentro il silenzio, l’oasi, la pace.

Francois De La Rochefoucauld sosteneva che “mangiare è una necessità. Mangiare intelligentemente è un’arte”. Dunque perché svalutare la pausa pranzo a un semplice riempimento di stomaco, innalziamola invece a uno status più regale offrendo alla mente e al corpo emozioni che rimandano ai cenacoli serali.

Il primo benefit di questo locale è proprio l’illuminazione: naturale quella che filtra dalle tende color avio e crema, morbida e calda la luce di interno che punta su lampade da terra come fosse un salotto.

Pavimenti in legno chiaro con tavoli abbinati, poltroncine di velluto e un servizio di bicchieri e piatti che pare la table habillé dei ristoranti di classe.

Locale segnalato con
Il Ventaglio della Salottiera

E per una salottiera a dieta potrebbe anche bastare. Ma poiché a me piace mangiare, e immagino anche a voi, la prova culinaria doveva essere fatta.

Affidandomi all’estro del giovane chef Fabio Duca, dalla sua l’esperienza con Gennaro Esposito alla cucina 5 stelle lusso dell’Hotel Villafranca a Positano, mi affaccio senza indugio sui tortellini al mignolo in crema di Parmigiano Reggiano, assaporo il pesce spada alla griglia con pomodoro arrosto e chiudo con sorbetto al limone più il dessert “Orto” a base di ricotta di mandorle, piselli, fragole e olio al sambuco.

Ottima scelta, ottimo menu.

Perché merita Il ventaglio della Salottiera

1- Piatti della tradizione bolognese, non solo, alleggeriti ed estremamente gustosi

2- Pesce fresco e crostacei portati ogni giorno da Bellucci, che seleziona per La Porta Cafè il pescato migliore a seconda del periodo e delle stagioni, mentre carni e salumi provengono dai laboratori di LEM Carni a Molinella, i latticini dalla Granarolo e il pane impiegato a pranzo dal Forno Brisa. Fornitori di alto livello cui si aggiungono altri partner d’eccellenza come Illy Caffè, Ceretto Vini, Mancini Pastificio Agricolo, Pellegrini Vini e Distillati, Appennino Food per funghi e tartufi, Pollo Samoggia, Enio Ottaviani Vini e Vigneti, Moët Hennessy Italia e molti altri.

3 – Se non vuoi mangiare in loco puoi ordinare dal menu e portarlo nella tua abitazione. Con una confezione deliziosa. Nessuna plasticaccia anonima il che richiede, una volta a casa, un’apparecchiatura rispettosa.

Piatti di ceramica, bicchieri di vetro, una tovaglia candida: ci vuole poco per cambiare le abitudini. Basta riconsiderare il tempo che ci vogliamo dedicare.

02/07/2024 0 comment
0 Facebook Twitter Google + Pinterest

Ci si perde fra i profumi e si cammina nella storia, quella delle persone però che quando arrivi e ti salutano sanno di pane appena sfornato e di stagioni. “Per ricordare le date che riguardano i miei figli mi collego alle vendemmie o ai raccolti e così ha fatto mio padre e ancora prima mio nonno” dice Valentina Togn davanti alle mura del 1700 di Maso Poli, una generazione di vignaiuoli che ha come ultime capofila le giovani donne della famiglia e una seconda annata tutta da scoprire nei 15 ettari di terreno.

E’ un viaggio che mi ha portato in fondo alle cose quello organizzato dalla Strada del vino e dei sapori del Trentino, dentro il procedere lento e concreto di chi ha un sogno protetto dalla terra. Dove la partita a carte si gioca con la natura, si vince e si perde senza possibilità di una seconda mano. “A noi è andata bene – continua Valentina davanti al Trento Doc lavorato con metodo Champenoise – siamo stati fortunati, il nostro viaggio è iniziato nel migliori dei modi ”

E allora proviamo a raccontarvelo questo viaggio fra vigne, sapori trentini e una bellissima chiesa a Lisignago, dove dal 1400 ad oggi si è celebrato un solo matrimonio.

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO

TOBLINO E SANTA MASSENZA

Ci si riflette il verde sul lago di Toblino, l’aria è tersa e se avessi avuto una coperta mi sarei messa a leggere sul prato, sorseggiando un fresco bicchiere di Chardonnay. Perché questo è ciò che potreste fare in un giorno d’estate, allentando il freno e cambiando marcia ai pensieri.

Ci troviamo nella valle dei laghi, alle nostre spalle la centrale idroelettrica di Santa Massenza che è l’impianto più potente del Trentino, scavato nella roccia a 600 metri di profondità. Non immaginatevi una bruttura che devasta il panorama al contrario, si tratta di un edificio storico ad opera dell’architetto Giovanni Muzio, lo stesso che ha progettato la sede dell’Università Cattolica a Milano e la Triennale, nonché la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. Fanno le visite guidate e vale la pena addentrarvi dentro, laddove l’acqua diventa energia.

Salendo più in alto a pochi chilometri dalla centrale troviamo il piccolo paese di Santa Massenza definito anche la capitale della grappa perché è il comune italiano con la più alta concentrazione di distillerie. E in effetti è molto curioso, poche anime per la strada in una giornata assolata ma è come avere la sensazione che la scoperta sia tutta nei cortili chiusi, come capita ai turisti delle grandi città.

34847692442_1a71640bb4_k-1

Entrare nella distilleria Maxentia procura la stessa sensazione che avviarsi verso il caveau di una banca, lo sai che da lì a poco aprirai un cassetto prezioso. E così è stato, quando i profumi di pane e di salumi hanno lasciato il passo alla grappa di Nosiola e alla grappa di Vino Santo, un vino passito prodotto nella Valle dei Laghi. Le uve Nosiola si pigiano solo durante la settimana santa e qui nella distilleria troviamo un antico alambicco perfettamente funzionante alimentato a legna, pensate, con licenza di esercizio ereditata dall’impero austro-ungarico.

Dopo aver degustato anche noi a sufficienza la strada riprende verso un luogo incantato. Lo vedo da lontano, in tutta la sua bellezza. Circondato dall’acqua il castello di Toblino è quello che si definisce un castello fiabesco. Ma nel senso vero del termine: secondo un’antica leggenda, infatti, 2000 anni fa ci abitavano le fate e proprio a loro fu dedicato un tempietto. Lo certifica una lapide murata nel portico del castello che l’archeologo Paolo Orsi definisce “unica nel suo genere nella realtà epigrafica romana”. La rocca cinqucentesca, che sorge su uno sperone roccioso non è visitabile al suo interno, ma se volete potete sorseggiare un buon bicchiere di vino (magari il Vino Santo Trentino Doc prodotto da uve selezionate dell’autoctona Nosiola, indimenticabile il biologico che ho assaggiato io nell’enoteca Sarica dell’azienda Pisoni, i cugini Marco e Stefano alla guida dei vigneti con produzione dal 1852) nella panoramica terrazza del bar sotto le mura. Per arrivare al castello si può percorrere la strada a piedi che costeggia il lago, lo spettacolo è davvero molto bello. Me lo immagino in primavera, avvolto ancora da una luce fredda, fra rami che sanno di profumo e di buone nuove in arrivo.

34768665551_058ac9a1e2_k

TRENTINO. LA PIANA ROTALIANA

Tutto è pronto per la scoperta dei Masi, le biciclette assistite ci portano in luoghi meravigliosi scoprendo persone e quotidiano, fatiche e soddisfazioni. Girare la piana in bicicletta è meraviglioso, il senso di libertà che hai addosso ad ogni discesa è pari a quello dell’infanzia. Poi ci sono le risalite e qui si torna adulti in breve tempo. Se siete molto sportivi e volete attraversare queste zone in bicicletta potete scoprire gli affascinanti itinerari che propone Mountain bike Road Bike per Altopiano di Piné e Valle di Cembra (trovate tutte le indicazione su visitpinecembra.it)

Così lungo la strada provinciale 131, quella del vino per intenderci, abbiamo conosciuto le realtà di Maso Poli e Molino dei Lessi, quest’ultimo con un progetto nuovo di agricoltura a impatto zero con coltivazione di uva Johanniter che qui si coltiva senza nessuna sostanza tossica.

Dopo l’ebrezza di una bella pedalata vale la pena assaggiare i piatti tipici del territorio. Segnalo con felicità la Trattoria Vecchia Sorni, chef da ricordare Lorenzo Callegari. Qui ho scoperto il comede, uno spinacio selvatico buonissimo, impazzita per il pesce carpione con purè di patate all’erba cipollina, asparagi bianchi e salsa all’ortica. Il viaggio all’insegna dei vini riprende nella piana rotaliana definita da Cesare Battisti nel 1905 “il giardino vitato più bello d’Europa”. E aveva ragione. Qui si producono i maggiori vini trentini e qui nasce il mio amato Teroldego. Come i profumi anche i vini si legano ai ricordi, il mio risale ad alcuni anni fa quando facevo la giornalista al Mattino di Bolzano. La prima persona che conobbi in quella città fu Freddy, aveva un bicchiere di Teroldego in mano. L’amicizia che nacque tra il vino e la persona fu tutt’uno. Da allora il principe dei vini è entrato nella mia vita di degustatrice. Nella degustazione guidata di Teroldego Rotaliano, in compagnia dei produttori, ho apprezzato il Teroldego della piccola azienda agricola Redondèl nelle sue tre declinazioni: Assolto, Dannato e Beato.

34863986585_0e62e9b3f9_k 34900349105_fe16bf58d9_k

A Mezzocorona ho scoperto un’altra cosa ancora: salendo sul monte con una piccola funivia ci si trova proiettati in un altro mondo, dove non esistono auto né motorini. Solo un albergo, persone preziose e tanto silenzio. Prometto di raccontarvelo a parte perché merita una visita e un assaggio di strudel. Con un capitolo a parte su Palazzo Martini, storico edificio risalente alla seconda metà del XVII secolo.

LA VAL DI CEMBRA

Siamo arrivati di mattina nella Val di Cembra, nell’ora in cui il sole abbraccia il verde e lo colora d’oro. Il lusso qui lo individuiamo subito: sta nello spazio e nell’immensa eternità della montagna. E là, davanti a noi, distese di filari inanellati uno dopo l’altro, uno dentro l’altro. A Giovo si trova l’Opera Vitivinicola che produce il Trento doc della Val di Cembra. Qui, a Villa Corniole, ho degustato un prezioso e fresco Muller Thurgau in barricaia, poi ho effettuato il sentiero dei Vecchi mestieri nell’antica viabilità storica e visto le Piramidi di Segonzano che sembrano totem, pinnacoli di terra alti decine di metri alcuni dei quali sovrastati da un grande masso.

Nella Val di Cembra da oggi e fino al 2 luglio inizia la Rassegna del Müller-Thurgau: Vino di Montagna.

Se siete in zona non perdetevi al bellezza della Chiesa di san Leonardo che risale al 1440. Quella che vi ho citato all’inizio dell’articolo, una sola messa all’anno ma tanta storia da raccontare. All’interno si trovano preziosi affreschi che riproducono una rara rappresentazione delle tre divine persone, La Madonna della Misericordia e S.Orsola con la bandiera crociata insieme ad un coro di vergini.

34057947334_11ae3b4299_k 34090121373_45efa7f0eb_k 34477613130_cb723c0957_k 34860622136_6b221d3017_k 34737674582_146cf46a70_k 34513918280_ca61f95cf4_b

03/07/2024 0 comment
0 Facebook Twitter Google + Pinterest
Translate »